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“E’ necessario difendere i principi del Codice Appalti e noi ingegneri lo faremo”. Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, intervenendo al seminario di studi “Il Codice dei Contratti Pubblici nella recente normativa” tenutosi lunedì scorso a Pompei, ha denunciato i tentativi di retromarcia rispetto all’ultima normativa sugli Appalti Pubblici.

“In passato – ha detto Zambrano – le vecchie norme e il continuo andirivieni normativo hanno causato una maggiore rigidità che non consentiva di far partire le opere. Allora si è provveduto a facilitare i processi affidandosi a soggetti esterni alla PA con conseguente uso ed abuso dell’appalto integrato. Col nuovo Codice Appalti finalmente è stato messo un punto fermo: la centralità della progettazione. Questa non è un totem intoccabile ma l’affermazione che la PA ha l’obbligo e il diritto di decidere cosa fare, in che tempi, con quali professionisti e soggetti. In questo senso il Codice Appalti è uno strumento coerente.

“Oggi però siamo molto preoccupati dall’emersione di vecchie resistenze. Con gli ultimi correttivi è in atto un tentativo di fare marcia indietro sull’appalto integrato. Ci stanno raccontando la favola secondo la quale il Codice Appalti ha bloccato o rallentato le cose. Un’affermazione contraddetta, ad esempio, dall’andamento positivo dei servizi di ingegneria e architettura. A dimostrazione del fatto che non è il
Codice a rallentare le cose ma determinate norme che vanno modificate. Ad esempio, noi siamo convinti che il Fondo rotativo della progettazione consenta alle PA di dotarsi di progettazioni adeguate. Noi diciamo che dobbiamo difendere il Codice Appalti. E’ un impegno fondamentale e lo onoreremo”.

L’intervento del Presidente del CNI, sul tema del Codice Appalti, ha trovato ampio consenso da parte del Presidente dell’Anac, Raffaele Cantone. “Zambrano – ha affermato – ha detto una serie di cose che condivido. Esiste il rischio concreto che il correttivo si trasformi in un nuovo codice, col risultato di ricominciare tutto daccapo. Il correttivo è indispensabile ma si registrano delle retromarce preoccupanti,
sono in atto delle operazioni finalizzate a non farlo applicare. La favola, come la chiama Zambrano, che il Codice Appalti rallenti, blocchi le cose è un argomento utilizzato in maniera strumentale da chi non vuole che il Codice sia applicato”.

Nel corso del suo intervento Zambrano ha anche suggerito una riflessione sul reale peso da dare alle norme: “Possiamo continuare, in questo Paese, a pensare che le norme siano le uniche a poter risolvere i problemi? Possiamo pensare che l’Anticorruzione sia l’unico soggetto al quale riferirsi per ogni normativa che desideriamo adottare per i Lavori Pubblici? Le norme sono importanti ma non possono essere il nostro obiettivo. La cosa più importante sono gli uomini, le loro capacità, conoscenze e competenze. Bisogna investire prima di tutto sugli uomini”.


Infine, il Presidente del CNI si è soffermato sul ruolo degli Ordini e dei professionisti tecnici. “Dopo la riforma del 2011-12 si credeva che la funzione sociale degli Ordini si fosse nettamente indebolita. In realtà ne siamo usciti rafforzati. Non solo perché siamo erogatori di servizi per i nostri iscritti, ma per il ruolo fondamentale che svolgiamo in campi come quello della formazione, in quanto titolari di un sapere
scientifico e tecnico. Ingegneri e professionisti tecnici svolgono un ruolo determinante nella collaborazione con la PA, alla quale offrono un importante supporto in termini di sussidiarietà, anche all’interno della normativa vigente”.

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