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L’Unione Europea ha individuato nel Recovery Fund, detto anche Next Generation EU, lo strumento più adatto per fornire sostegno ai paesi membri maggiormente colpiti dalla pandemia di Covid-19 e dalla conseguente grave crisi economica. Si tratta di un’occasione storica e irripetibile per l’Italia che sarà il maggior beneficiario dei contributi europei, a patto di proporre un pacchetto di progetti credibili. Un’opportunità unica per rilanciare l’economia e per avviare le grandi riforme necessarie che l’Italia attende ormai da decenni.

A questo proposito, la Rete Professioni Tecniche ha istituito il Gruppo di Lavoro “Cantiere Recovery” che avrà il compito di elaborare una serie di proposte operative che vadano nella direzione delle priorità individuate dalla UE, quali ad esempio l’uso delle tecnologie pulite e l’efficientamento energetico degli edifici, diffusione della banda larga, digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, adeguamento del sistema formativo alle nuove competenze digitali. Su questi temi la RPT, in rappresentanza delle professioni tecniche italiane, avanzerà alcune proposte concrete. Una volta fissata la visione generale del Recovery Plan, adesso si tratta di scendere nei particolari, decidere cosa serve fare e quanto costa realizzarlo. In questo senso, i professionisti tecnici hanno le competenze per poter dire la loro.

Le riforme strutturali del Next Generation EU (Pubblica Amministrazione, Giustizia, Fisco, Sanità, transizione digitale e transizione ecologica) dovranno guardare al ruolo sussidiario delle professioni del nostro Paese.

Il Gruppo di Lavoro della RPT è coordinato da Gianni Massa (Consiglio Nazionale Ingegneri). I componenti sono: Antonio Mario Acquaviva, Paolo Biscaro e Pietro Lucchesi (Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati); Renato Presilla (Federazione Nazionale Ordini Chimici e Fisici); Stefano Colantoni (Consiglio Nazionale Periti Industriali e Periti Industriali Laureati); Marcella Cipriani e Gianluca Buemi (Consiglio Nazionale Dottori Agronomi e Dottori Forestali); Francesco Violo e Filippo Cappotto (Consiglio Nazionale Geologi).

 

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