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Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri denuncia il mancato rispetto, da parte delle stazioni appaltanti, del dm sui corrispettivi da porre a base di gara nell’affidamento di servizi relativi all’architettura e all’ingegneria. Com’è noto, il decreto del Ministero della Giustizia n.143, entrato in vigore lo scorso 21 dicembre, fissa parametri ben precisi ai quali è obbligatorio fare riferimento.

Tuttavia, l’attività sistematica di monitoraggio dei bandi svolta dal Centro Studi del CNI, ha dimostrato come tale obbligo sia largamente disatteso. Dei 129 bandi pubblicati nel corso del mese di gennaio, appena 14 fanno preciso riferimento a quanto stabilito dal decreto. Poco meno dell’11%! In 19 casi l’importo è stato determinato facendo riferimento ad altre norme. Nella stragrande maggioranza dei casi (96) il bando non specifica in che modo è stata determinata la base d’asta.

Il CNI, pertanto, ha assunto l’iniziativa di scrivere una lettera a tutte le stazioni appaltanti che hanno pubblicato bandi irregolari, inviandola per conoscenza all’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e ai presidenti degli ordini degli ingegneri delle province interessate. La lettera contiene l’invito a verificare la conformità del bando rispetto al decreto e, in caso di conferma dell’irregolarità, a sospendere la gara.

“Il nostro Centro Studi – ha affermato Armando Zambrano, Presidente del CNI – nel corso della sua consueta attività di monitoraggio dei bandi ha riscontrato un elevatissimo numero di irregolarità. Questa situazione è inaccettabile. Invitiamo tutte le stazioni appaltanti a rispettare scrupolosamente la legge. Al tempo stesso, pretendiamo che l’Autorità di Vigilanza eserciti concretamente le sue prerogative, individuando e sanzionando tutti quei comportamenti che violano apertamente le direttive imposte dal decreto ministeriale e che rendono illegittima la gran parte dei bandi”.

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