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Tra i fattori in grado di condizionare le prospettive occupazionali degli ingegneri Italiani nel corso dei prossimi dieci anni peseranno certamente anche le scelte strategiche nazionali sull'energia che in questi mesi si vanno delineando.

Nuove filiere produttive e nuovi approcci sostenibili tenderanno ad alimentare una nuova domanda di occupazione qualificata di tipo ingegneristico che si distribuirà lungo tutte le nuove filiere delle fonti energetiche rinnovabili, dell’efficienza energetica e della mobilità sostenibile all’interno di un nuovo scenario di produzione e consumo di energia a bassa emissione di CO2.

Nello scenario più favorevole, peraltro condiviso da diversi osservatori, nel caso di posizionamento dell’industria italiana lungo tutta la filiera produttiva a partire dalla ricerca e progettazione, le stime indicano un potenziale di occupazione di circa 250 mila unità lavorative nel 2020 nelle FER a cui si aggiungeranno altri 800 mila occupati nei due comparti dell’Efficienza energetica (600mila occupati) e della Mobilità sostenibile ( 200 mila).

Rispetto a questo scenario occupazionale la domanda di nuovi ingegneri potrebbe oscillare da minimo di poco meno di 20 mila unità al 2020 (ipotesi conservativa, rispetto alla quale non si modificano cioè i modelli di produzione e non si intensifica l’apporto di capitale umano qualificato nelle diverse industrie interessate rispetto ai livelli attuali), ad un massimo di circa 40 mila unità di nuovi assunti, derivante, in questo caso, da una trasformazione di parte della attuale domanda di tecnici diplomati, in domanda a più elevata specializzazione e quindi in domanda di ingegneri, per effetto di un salto tecnologico intrapreso dal sistema produttivo nazionale.

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