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Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri denuncia il permanere di una situazione di illegalità diffusa in merito all’applicazione, da parte delle stazioni appaltanti, del dm sui corrispettivi da porre a base di gara nell’affidamento di servizi relativi all’architettura e all’ingegneria. Il dm n.143, entrato in vigore lo scorso 21 dicembre, fissa parametri ben precisi ai quali è obbligatorio fare riferimento.

L’attività sistematica di monitoraggio dei bandi svolta dal Centro Studi del CNI, ha dimostrato come, nonostante una recente inversione di tendenza, tale obbligo sia ancora largamente disatteso. L’analisi relativa al mese di febbraio attesta che la percentuale dei bandi che fanno preciso riferimento a quanto stabilito dal decreto è salita dal 10% di gennaio al 20%. Un miglioramento, dunque, c’è ma la stragrande maggioranza dei bandi ancora non specifica in che modo è stata determinata la base d’asta.

“Stiamo registrando un piccolo miglioramento – afferma Armando Zambrano, Presidente del CNI – ma la situazione di illegalità resta prevalente. Il CNI continua ad inviare ogni settimana decine di segnalazioni alle stazioni appaltanti che non rispettano legge. Ci auguriamo di essere presto affiancati in questa azione di sensibilizzazione dalle autorità preposte al controllo sull’attività delle stazioni appaltanti. In particolare ci auguriamo che l’Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici voglia esprimere una sua posizione netta nella determinazione che presto sostituirà la n. 5 del 2010 e che attualmente è in fase di predisposizione”.

Il CNI fa notare come, in caso di mancato intervento, sia molto alto il rischio di insorgenza di contenziosi che potrebbero bloccare di fatto l’attività delle stazioni appaltanti, in una situazione di crisi economica già di per se assai drammatica.

 

Violazioni Dm 143 nei bandi di febbraio

 

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